Dalla fine del mese di luglio 2018, la FSCI e il Consigliere di Stato ticinese Norman Gobbi intrattengono un fitto scambio per discutere sulle circostanze e le conseguenze della promozione di un agente di polizia, condannato due anni fa per i suoi interventi istigatori e razzisti su Facebook. Tale promozione ha destato forti preoccupazioni nella FSCI. Con l’odierno comunicato stampa del Dipartimento delle istituzioni sono stati finalmente comunicati i primi provvedimenti, che tuttavia non dissipano tutti i dubbi e le riserve della FSCI. La nostra federazione insiste sulla necessità che qualsiasi posizione ideologica razzista sia considerata un motivo di esclusione dal Corpo di polizia.

La FSCI ha appreso con molta preoccupazione della promozione a sergente maggiore nel luglio 2018 di un agente della Polizia cantonale ticinese. L'agente era stato condannato in via definitiva nel 2016 per i suoi interventi istigatori alla discriminazione razziale su Facebook. La FSCI aveva scritto al Consigliere di Stato competente Norman Gobbi per esporgli le proprie preoccupazioni su questa circostanza e chiedere spiegazioni in merito.

Molte preoccupazioni e riserve restano irrisolte

A questa prima lettera sono seguiti un fitto scambio epistolare e anche un incontro personale tra i rappresentanti della FSCI e il Consigliere di Stato Norman Gobbi. La disponibilità del Direttore del Dipartimento delle istituzioni e la franca discussione sono state apprezzate dalla FSCI. Entrambe le parti hanno ribadito l'importanza e l’utilità di un dialogo costruttivo e finalizzato alla ricerca di soluzioni, ciò nonostante molte preoccupazioni e riserve della FSCI non sono state dissipate. La FSCI prende atto che non è stato possibile raggiungere un’opinione condivisa sull’idoneità della persona in questione alla professione di agente o sottoufficiale di polizia né sulle circostanze della sua promozione. La FSCI resta del parere che l’avanzamento di grado, a causa della precedente condanna per esternazioni razziste nota e iscritta nel casellario giudiziario, non avrebbe dovuto aver luogo. La permanenza nel Corpo di polizia di tale agente rimane un fatto molto preoccupante e inquietante per la FSCI. Siamo convinti che una mentalità e un atteggiamento irreprensibili e liberi da pregiudizi nei confronti di tutte le persone che vivono qui siano precondizioni essenziali per esercitare in maniera esemplare la funzione di agente di polizia.

La Polizia cantonale trae le prime conseguenze

Nell'odierno comunicato stampa, il Consigliere di Stato Norman Gobbi ribadisce che la Polizia cantonale e il Governo si oppongono inequivocabilmente alla discriminazione razziale e alle ideologie radicali e che comportamenti di tal genere non sono tollerati all’interno della polizia. La FSCI condivide pienamente questa presa di posizione. Inoltre, il Comando della polizia sanzionerà chiunque dovesse violare questi principi; per la FSCI è una misura imprescindibile. Con il Consigliere di Stato ticinese si è discusso anche di possibili provvedimenti per prevenire questi casi in futuro e tenere fuori convinzioni razziste e discriminatorie dalla polizia. La FSCI constata con soddisfazione che nelle autorità ticinesi ci sono sia la disponibilità sia la volontà di trarre le conseguenze dal caso in questione. Riteniamo opportuno il provvedimento di includere anche la sfera digitale nei criteri di valutazione nei processi di selezione e promozione.

Convinzioni razziste devono essere un motivo di esclusione dalla polizia

Tuttavia, secondo la FSCI i passi abbozzati non sono sufficienti per escludere ideologie razziste dalla polizia ticinese. Le esperienze fatte e le lacune identificate nei processi interni dovrebbero infatti dare adito a una revisione delle procedure di selezione e promozione. La posizione del presidente della FSCI Herbert Winter è che «nella futura valutazione dei candidati alla scuola di polizia o a posizioni di comando dovrebbe essere garantita anche la ponderazione di comportamenti inadeguati e posizioni ideologiche non tollerabili, pur se non strettamente perseguibili penalmente». In particolare, «convinzioni incompatibili con la professione di agente di polizia dovrebbero costituire un motivo di esclusione» conclude Winter.

Ulteriori informazioni:

Comunicato stampa del Consigliere di Stato Norman Gobbi «Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni incontra la Federazione svizzera delle comunità israelite» del xx.xx.xxxx [caricare il PDF o link]

SIG-News «Beförderung des Tessiner Polizisten Edy I.» del 25.7.2018 (in tedesco e francese)

SIG-News «Fall Edy I.: Die Antwort des Tessiner Staatsrats räumt die Bedenken nicht aus» del 9.8.2018 (in tedesco e francese)

La prima lettera della FSCI ha richiamato l’attenzione dei media ticinesi rilanciando la discussione sul caso. Di seguito una breve rassegna dei contributi pubblicati:

Blick 25.7.2018: Warum darf Edy I. (55) seinen Job behalten?

Tio.ch 25.7.2018: La comunità ebraica scrive a Gobbi: «Perché quell’agente è stato promosso?»

Ticino libero 25.7.2018: Sergente, «come è possibile che lavori ancora in Polizia e sia stato promosso?»

RSI 26.7.2018 (TV e radio): Israeliti scrivono a Gobbi

Der Bund 26.8.2018: Affäre um rechtsextremen Polizisten setzt Gobbi unter Druck

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  • Servizio media della FSCI

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    +41 43 305 07 72, media@swissjews.ch

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